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Museum ship weekend event - 1 e 2 giugno 2013

Special call:  I I 1 I A S R

In memoria del Sommergibile Scirè

Il giorno 1 e 2 giugno 2013 l'ARI Associazione Radioamatori Italiani, Sezione della Spezia in collaborazione con il Museo Navale, ha attivato una stazione a ricordo del Sommergile Scirè, utilizzando per l'occasione il nominativo speciale II1IASN.
La manifestazione è organizzata in occasione del "Museum Ships Weekend event 2013", evento internazionale che coinvolge le navi museo e i musei navali che si incontrano in etere per promuovere e diffondere la conoscenza di queste Istituzioni. Il "Museum Ships Weekend Event" è una gara di radiocollegamento internazionale organizzata dai radioamatori americani della "Battleship New Jersey Amateur Radio Station NJ2BB". L'evento si ripete ogni anno ed ha lo scopo di attivare in tutto il mondo stazioni radio a bordo o in prossimità di unità navali militari musealizzate.

Il Sommergibile Scirè.

Alla data dell’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale lo Scirè era di base alla Spezia, inquadrato nella XV Squadriglia del I Grupsom. Comandante dell’unità era il tenente di vascello Adriano Pini.

Nell’agosto-settembre 1940 il sommergibile fu modificato per un nuovo uso: furono rimossi il cannone da 100/47 Mod. 1935 e le sue munizioni, due siluri ed altro materiale superfluo; vennero ridotte le dimensioni della torretta; sul ponte di coperta del sommergibile furono collocati tre cilindri a tenuta stagna (uno a proravia della torretta e due a poppavia di essi, affiancati), nei quali potevano essere contenuti altrettanti SLC (siluri a lenta corsa).

Con lo Scirè la Xª Flottiglia MAS avrebbe impostato una nota serie di operazioni che sarebbe culminata con la celebre incursione nel porto di Alessandria d'Egitto.

La missione più famosa, per la quale il sommergibile passò alla storia, fu l’operazione «G.A. 3» contro la base di Alessandria d'Egitto, svoltasi nel dicembre 1941. Il sommergibile, dopo aver imbarcato a bordo tre siluri a lenta corsa, salpò il 3 dicembre da La Spezia e raggiunse Lero il 9 di quel mese. Il 12 furono imbarcati gli uomini destinati ad operare con i tre SLC: Durand de La Penne e Bianchi per l’SLC 221, il capitano del Genio Navale Antonio Marceglia ed il sottocapo palombaro Spartaco Schergat per l’SLC 230, il capitano Armi Navali Vincenzo Martellotta ed il capo palombaro Mario Marino per l’SLC 223. Il 14 dicembre lo Scirè lasciò Lero e, portatosi ad Alessandria, stazionò in attesa che i ricognitori della Regia Aeronautica dessero la certezza della presenza nel porto degli obiettivi: le corazzate britanniche Queen Elizabeth e Valiant. Il 17 questa conferma giunse ed il sommergibile diresse per il porto alessandrino; verso le 2.15 del 18, giunto in zona di campi minati, si portò a 60-100 metri di profondità e proseguì così per una dozzina di ore, giungendo (intorno alle 15), dato che il fondale risaliva in vicinanza della riva, a toccare il fondo a circa 50 metri, proseguendo “strisciando” sul fondale e fermandosi infine alle 18.40, a 17 metri di profondità, «a 1,3 miglia nautiche, per 356° dal Fanale del molo di ponente del porto commerciale di Alessandria». Tra le 20.47, momento in cui venne in affioramento, e le 21.30 furono rilasciati, nonostante alcuni problemi (il tenente medico Spaccarelli si sentì male e i portelli dei cilindri non poterono essere richiusi) gli SLC. Lo Scirè, durante il rientro, dovette per due volte venire in superficie per chiudere i portelli dei contenitori, rischiando l’individuazione, ma infine giunse senza altri problemi a Lero il 21, rientrando poi alla Spezia il 29 dopo aver percorso 3500 miglia. L’impresa di Alessandria fu, per i suoi risultati, la meglio riuscita della X Mas:

  • Durand de la Penne e Bianchi danneggiarono gravemente la Valiant, che necessitò di quattro mesi di riparazioni;
  • Marceglia e Schergat colsero un successo ancor maggiore ponendo fuori uso la Queen Elizabeth – nave di bandiera dell’ammiraglio Andrew Browne Cunningham, comandante della Mediterranean Fleet –, che rimase fuori combattimento per un anno e mezzo;
  • Martellotta e Marino ottennero un duplice risultato in quanto, minando la nave cisterna Sagona (7554 tsl) danneggiarono non solo quella stessa nave, ma anche il cacciatorpediniere HMS Jervis, che le si era affiancato (e rimase ai lavori per un mese).

Il successo dell'impresa fece notevole scalpore anche oltre oceano, poiché il porto di Alessandria era ritenuto inespugnabile. Tutti gli operatori degli SLC che avevano penetrato il porto vennero catturati e rientrarono in servizio dopo l'armistizio e furono tutti decorati con la Medaglia d’Oro al Valor Militare, così come il comandante Borghese e la bandiera dello Scirè (una delle tre sole unità navali della Regia Marina ad aver ricevuto tale decorazione); l’equipaggio del sommergibile ricevette i complimenti del capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Arturo Riccardi.

Il sommergibile rimase nel porto della Spezia sino al luglio 1942, quando fu pianificata l’operazione «S.L. 1»: l’attacco ad Haifa. Il sommergibile in questa occasione non avrebbe trasportato SLC, bensì dieci «uomini Gamma» (subacquei incursori), di cui due ufficiali e nove sottufficiali e marinai Il 27 luglio 1942 lo Scirè lasciò La Spezia ed il 2 agosto giunse a Lero. Il 6 agosto partì da Lero diretto nelle acque prospicienti Haifa, e da quel giorno al 10 agosto comunicò più volte con la base di Rodi ove si trovava il capitano di corvetta Max Candiani, comandante a terra dell’operazione. Dopo il 10 agosto lo Scirè non diede più notizie: invano si continuò a cercare di contattare il sommergibile sino al 18 del mese e, quando si rese evidente la realtà, il 31 agosto l’unità fu dichiarata scomparsa in mare in azione di guerra. Il sommergibile aveva svolto 14 missioni di guerra, percorrendo 14.375 miglia in superficie e 1590 in immersione

Solo successivamente fu possibile accertare la sorte toccata al sommergibile. Per le comunicazioni con il comando gli italiani si affidarono ai tedeschi, ignari che il sistema di crittazione Enigma era stato violato. In questo modo i britannici, individuato il sommergibile durante l'avvicinamento, lo fecero arrivare indisturbato in prossimità dell'imboccatura del porto per poterlo colpire da più direzioni e chiudendogli la via di fuga. Alle 10.30 lo Scirè, individuato da aerei, fu attaccato con bombe di profondità dalla corvetta HMS Islay: seriamente danneggiato ed emerso per evitare la morte di tutto l’equipaggio, il sommergibile fu subito bersagliato dalle batterie costiere che, colpendolo nella torretta ed a prua di essa, ne provocarono il rapido affondamento prima che l’equipaggio potesse abbandonarlo. Dopo l’affondamento l’Islay effettuò un ultimo passaggio con il lancio di altre sei cariche di profondità, per completare la distruzione dello Scirè che si adagiò su un fondale di 35 metri


Un patto raggiunto dai governi di Italia e Israele, ha permesso un'operazione effettuata dal 2 settembre al 28 settembre 1984 ad opera della nave appoggio Anteo della Marina Militare Italiana. Sono state recuperate 42 salme e varie parti dello scafo, rimosse in un precedente tentativo di recupero. Si tratta di parti della portelleria, vari pezzi del fasciame e due cilindri contenitori dei siluri a lenta corsa. Le parti del relitto recuperate sono conservate al museo della base navale di Augusta, all'Arsenale della Spezia e all'Arsenale di Venezia, mentre il basamento del cannone con parte del fasciame è conservato al Sacrario delle bandiere al Vittoriano.

Il 18 dicembre 2004, nell'anniversario dell'attacco di Alessandria d'Egitto, alla presenza della MOVM Emilio Bianchi, è stato varato un nuovo sottomarino con il nome Scirè.


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